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Se ti interessano la meditazione Vipassana e la Metta, sei nel posto giusto. Sei presente in questo momento? Oppure hai la testa da un’altra parte. Il cervello funziona in modo diverso quando siamo presenti a ciò che accade dentro di noi, rispetto a quando siamo persi nei pensieri. Anche la percezione di noi stessi e dell'ambiente cambia. Notalo ora. Sei in una posizione seduta? Oppure sei in piedi. E sei consapevole di esserlo? Oppure pensi che l’atto di sedersi o di alzarsi sia accaduto nel passato e non sei molto in contatto con il tuo corpo. Essere seduti o essere in piedi accade adesso e possiamo diventarne consapevoli ad ogni istante. Semplice. Se mediti da un po’ di tempo, avrai forse notato che essere consapevole del respiro e del corpo può regalarti intuizioni importanti, oltre che pace. La consapevolezza del respiro e del corpo è alla base della meditazione VipassanaNata circa 2500 anni fa come metodo universale per uscire da ogni tipo di sofferenza, è la pratica buddista da cui è derivata la moderna mindfulness. Il suo scopo iniziale è di allenare il nostro cervello a funzionare in modalità “presenza”. Indagare e conoscere con questo tipo di mente, che è diversa dalla mente discorsiva con cui di solito siamo identificati, ci fa cogliere l’incessante mutare di ogni esperienza, nel momento in cui accade, prima che si formino i pensieri, prima di qualsiasi idea su cosa sia un pensiero o un’esperienza. L'approccio all'esistenza della Vipassana, che significa appunto visione profonda, è di tipo scientifico-esperienziale. Solo conoscendo ciò che è presente adesso in prima persona, puoi iniziare a far pace dentro di te e con il mondo. Cosa significa vedere le cose in profondità?È utile indulgere in una sensazione piacevole? Oppure investire tempo ed energia per scacciare una sensazione spiacevole? I saggi dicono di no. Ma credere o non credere a ciò che dicono gli altri significa rimanere nel regno delle idee e dei concetti. La meditazione Vipassana ci invita invece a sperimentare. Prova e riprova fino a che è la tua esperienza a parlarti. A quel punto, cioè dopo aver sperimentato, potrai confrontare i tuoi risultati con quelli di altre persone. Sei qui. Prova. Porta l’attenzione al tuo respiro in questo preciso momento. Magari hai bisogno di fare qualche respiro più profondo. Ascolta. Magari il tuo respiro è invece breve e sottile. Qualunque sia la situazione, lascia che il respiro sia in armonia con il bisogno del tuo corpo in questo momento. E seguine l’onda: l’andare e venire dell’inspirazione e dell’espirazione. Porta ora l'attenzione ad altre sensazioni presenti nel tuo corpo. Appena ti accorgi di una sensazione, coglila prima di nominarla, prima che si formino i pensieri. Senti quello che c'è così com'è, senza giudizio. Sentine le qualità e la consistenza mutevole con curiosità. Magari c’è un bruciore o un formicolio oppure del calore, o forse dell’umidità o una pressione. Prova a sentire quello che c'è, sia che sia piacevole, sia che sia spiacevole, senza giudicarlo. Allenati ad accogliere l'incessante mutare di ogni cosaQuando sono presente ad un'esperienza, ad esempio un calore nelle mie mani o una vibrazione nella pancia, posso iniziare ad intravedere come la mente costruisce le sue idee. La capacità di stare in questo ascolto morbido e non giudicante, mi fa percepire l'enorme spazio della consapevolezza, all'interno del quale è possibile accogliere tutto ciò che appare e sperimentare così una grande libertà. Con la meditazione Vipassana conosco le mie sensazioni, sia quelle piacevoli che quelle spiacevoli, in profondità come realmente sono. Ne comprendo così la natura impermanente e mi alleno ad accogliere l'incessante mutare di ogni cosa. Possiamo dire che in ogni momento sperimento l'essere libero. Credere che un fenomeno possa rimanere fisso e immutabile è un'illusione. E sviluppando la consapevolezza delle nostre sensazioni sveliamo questa illusione della mente. E quando riusciamo ad entrare in contatto con la nostra mente chiara e lucida, grazie alla meditazione Vipassana, è bene poi coltivare la benevolenza con la Metta. La meditazione della gentilezza amorevole aiuta infatti a sviluppare la pazienza per continuare con la pratica della Vipassana. Innescando così un perfetto circolo virtuoso. Sintonizzati sulle frequenze dell'amore universaleLa Metta, o meditazione della gentilezza amorevole, è una potente alleata della consapevolezza. Grazie alla mindfulness, o alla Vipassana, diventi consapevole di ciò che appare dentro di te e sviluppi nel tempo un atteggiamento mentale gentile e aperto. Se mediti da un po' di tempo, però, sai bene che a volte è difficile accogliere i contenuti spiacevoli che emergono alla coscienza. La Metta, che nell'antica lingua pali significava Amore Universale o Gentilezza Amorevole, diventa allora il perfetto antidoto all'avversione e all'ostilità presenti dentro di te. La Metta ti permette infatti di contattare la gioia, la pace e la compassione. Prova ora per un attimo a conoscere le tue intenzioni. Magari hai intenzione di muoverti o di alzarti, oppure di toccare qualcosa o di chiudere gli occhi. Più diventi consapevole delle tue intenzioni, più aumenta il tuo senso di essere qui. Esploriamo ora la nostra intenzione di beneSi tratta di una delle buone qualità mentali che si può sentire nel cuore e in generale in tutto il corpo sotto forma di calore. Per sentirla, prima entra in contatto con il tuo respiro e poi ripeti mentalmente queste frasi: “Che io possa essere in pace, che io possa essere al sicuro, che io possa stare bene, che io sia felice.” Oppure puoi anche dire: "Che io sia libero dall'ostilità, dalla sofferenza mentale e fisica, che io possa prendermi cura di me e vivere serenamente." Scegli la formula più adatta a te. È importante all’inizio indirizzare la benevolenza soprattutto a se stessi e verso una persona cara. Essere morbidi e caldi verso noi stessi è infatti essenziale per poter accogliere davvero la vita in tutti i suoi aspetti. Potrai poi allargare la tua intenzione di bene verso una persona neutra e una ostile e infine estenderla a tutti gli esseri viventi. Su Insight Timer puoi ascoltare Meditazione dell'Amore Universale, una pratica completa di Consapevolezza e di Metta di 33 minuti, oltre ad altre meditazioni guidate. E sul canale YouTube Esserci meditando trovi numerosi video, come questo: Albina Locarno può essere la guida che cercavi? Oltre ad aver partecipato a diversi ritiri (di dieci giorni nella tradizione birmana di Sayagyi U Ba Khin e di due o tre settimane nella tradizione Mahasi), mi dedico da tempo ad approfondire le antiche tecniche di meditazione nella mia vita quotidiana. Per una biografia essenziale leggi la pagina Chi scrive e per tutti gli appuntamenti di pratica ora in programma visita la pagina Eventi Per una lista di libri sulla meditazione Vipassana invece visita la pagina Libri Mi Alleno ad Amarmi è un audio corso che ho registrato per Insight Timer, l’app gratuita per meditare, sulla quale ho pubblicato da tempo diverse meditazioni guidate gratuite. Si tratta di un percorso in 10 sessioni, di 12 minuti l’una, per allenare in modo progressivo la tua mente alla pace e alla piena accoglienza di te stesso. Una versione video del corso si può acquistare ora da questa piattaforma --> ACQUISTA Sul sito di Insight Timer puoi ascoltare la prima traccia del corso, Un’attenzione al respiro calma e non giudicante, contenente una breve meditazione da utilizzare nella vita quotidiana, secondo i tuoi ritmi: Considera che ognuno di noi è il prodotto dei propri condizionamenti passati, anche recenti. Persino ciò che hai fatto, detto o pensato oggi può averti in qualche modo già condizionato. Le interazioni con gli altri e con l’ambiente ci modificano in effetti di continuo, determinando le nostre convinzioni e dunque chi siamo. Considera anche che i pensieri e le intenzioni di bene plasmano il cervello, e in generale il corpo, verso il benessere. Ecco perché oltre a sviluppare la consapevolezza dei nostri pensieri e dei nostri stati d’animo, occorre poi potenziare le nostre intenzioni di bene! E questo è lo scopo principale dell'audio corso: allenarci all'amore incondizionato. Mi Alleno ad Amarmi è un mini-corso pratico Ti guido infatti con esercizi specifici per accoglierti così come sei, senza desiderare di cambiare o essere diverso da come sei. Si parte con l’attenzione al respiro per concentrare la mente e sviluppare l’attenzione saggia, non giudicante, al momento presente. Si impara poi a sentire il corpo per radicarsi e poter portare così l’attenzione alle emozioni e ai pensieri. Infine si espande il sentire del cuore con la pratica della Gentilezza Amorevole, che, eseguita dopo le precedenti tecniche di meditazioni, può essere considerata un ottimo antidoto verso tutto ciò che ci costringe. Si inizia rivolgendo parole di benevolenza a se stessi. Solo amando noi stessi possiamo infatti accogliere davvero la vita e aprirci quindi agli altri esseri viventi in modo più saggio, con amore intelligente. La pace interiore è dunque la condizione necessaria per essere felice e creare un mondo migliore. Prenderti l’impegno di accogliere davvero te stesso così come sei, avrà infatti un impatto positivo sia su di te, aumentando i tuoi livelli di autostima, sia su tutto l’ambiente attorno a te! Allenare piano piano la mente e il corpo a lasciar andare vittimismo, sensi di colpa, o paura e ansia di arrivare, invece di giudicarci o lamentarci, fa emergere il proprio valore autentico, ma crea anche, con pazienza, un ambiente più gentile e pacificato tutt’attorno a noi. Partendo dalla propria esperienza personale sarà possibile ad esempio vedere un miglioramento nella vita di coppia o nelle relazioni lavorative. Alla fine dell’audio parlo di una domanda che appare scritta sull’app. Si tratta solo di spunti per stimolarti a sentire e sviluppare la consapevolezza. Ecco quella relativa alla prima sessione: quale di questi aggettivi descrive meglio come ti senti ora? 1) Stanc* 2) Irritat* 3) Calm* 4) Eccitat* Intanto ti auguro un buon ascolto! E per partecipare a Meditazioni guidate dal vivoconsulta le pagine Corsi ed Eventi del sito Esserci meditando.
Navigandolo troverai anche dettagli inseriti a scopo informativo, soprattutto nel blog, come ad esempio i risultati degli studi scientifici più recenti riguardanti la mindfulness e la Vipassana. Rilevare un miglioramento della propria autostima è solo uno dei tanti effetti collaterali della meditazione. Nel post Conoscere le Sensazioni nel Corpo per Dissolvere la Rabbia, scrivevo che attraverso la consapevolezza possiamo riprogrammare le informazioni contenute nelle nostre cellule e nei nostri circuiti nervosi. Certo, potrebbe essere un processo molto lungo, ma con disciplina, pazienza e gentilezza è possibile! Che la mente possa generare sia benessere che malattia è noto anche in medicina, dove si parla rispettivamente di effetto placebo e di effetto nocebo. Tecniche millenarie come la meditazione Vipassana, in effetti, insegnano da tempo che per poter incontrare la pace della mente (e del cuore) occorre allenarsi a comprenderla, la mente, e poi imparare a indirizzarla verso il bene. La scienza sperimentale oggi, grazie alle tecnologie disponibili, indaga sempre meglio i meccanismi alla base di questa verità, che sono tuttavia in gran parte ancora oscuri. L’epigenetica, in particolare, è la scienza che studia le variazioni che avvengono nell’espressione genica di un individuo. Si tratta di cambiamenti che non riguardano il patrimonio genetico, cioè la sequenza del DNA, che resta inalterato, e che sono dovuti all’interazione dell’individuo con l’ambiente che lo circonda, come ad esempio le sue relazioni sociali e la sua alimentazione. Le variazioni vengono poi spesso tramandate alle diverse generazioni cellulari, ma non sono permanenti, perché possono essere cancellate o modificate in risposta ad altri stimoli ambientali. Che la regolazione epigenetica, cioè la trasmissione di qualche carattere acquisito, fosse ereditabile da generazione a generazione emerse quando iniziarono le ricerche in questo campo negli anni ’90. Nonostante, infatti, già negli anni ‘60 l’americano Tracy Morton Sonneborn avesse dimostrato che un particolare protozoo poteva trasmettere alla progenie le cicatrici superficiali che aveva acquisito, la comunità scientifica riteneva che tutte le regolazioni epigenetiche venissero azzerate durante lo sviluppo dello spermatozoo e della cellula uovo. Fino a che qualche ricercatore dimostrò, appunto, che certe informazioni epigenetiche venivano trasmesse alla discendenza. Per esempio, alcuni studi epidemiologici mostrarono come un’eccessiva assunzione di cibo in un soggetto correlava con un maggior rischio di diabete e di malattie cardiovascolari nei nipoti. Da allora, vari studi hanno suggerito l’ipotesi di una ereditarietà epigenetica di un comportamento appreso in diversi organismi, ma gli esatti meccanismi all’opera erano sconosciuti. Nel dicembre 2013 sulla rivista Nature Neuroscience fu descritto un primo esperimento che indaga le basi molecolari della trasmissione ereditaria dell’apprendimento, derivante da un trauma vissuto dai genitori. Ressler, un neurobiologo e psichiatra della Emory University di Atlanta negli Stati Uniti, e il suo giovane collaboratore, Dias, confermarono che in alcuni casi è possibile la trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti. Ma i risultati ottenuti fornirono per la prima volta uno schema interpretativo per la comprensione di come l’informazione ambientale possa essere ereditata trans-generazionalmente a livello epigenetico, neuro-anatomico e comportamentale. Esposero alcuni topi all’acetofenone, una sostanza dall’odore intenso, in un ambiente chiuso, mentre nel frattempo somministravano una piccola, ma fastidiosa scossa elettrica. Il topo associa così l’odore al dolore. Qualche tempo dopo si riproduce: ha dei figli e poi dei nipoti. La sorpresa è che quando i figli, e i figli dei figli, vengono esposti a loro volta all’acetofenone, entrano nel panico (e ciò non accade se sono esposti ad altre molecole odorose). È come se ricordassero l’esperienza del padre e del nonno e si aspettassero di provare dolore. Il cervello dei topolini figli e nipoti ha ereditato la modifica strutturale subita dal cervello del topo originario in seguito all’esperienza che associa l’odore dell’acetofenone al dolore fisico. Il topo originario ha dunque trasmesso alla sua discendenza un carattere acquisito nel corso della sua vita. La genetica ci insegna che i caratteri ereditari sono inscritti nel DNA che i genitori trasmettono con modificazioni casuali alla loro prole. La selezione naturale premia statisticamente le modificazioni che offrono un vantaggio adattativo e punisce quelle che rappresentano uno svantaggio. Un’esperienza, come l’esposizione all’acetofenone o il dolore provocato da una scarica elettrica, non modifica il DNA e, infatti, Ressler e Dias non hanno trovato alcuna modifica del DNA nei topolini riconducibile al dolore associato all’esposizione all’acetofenone. Allora come si spiega il ricordo che i figli e i nipoti hanno dell’esperienza del topo originario? La spiegazione sta nell’epigenetica, cioè in strutture esterne al DNA che hanno la funzione di influenzare l’espressione stessa del DNA. Nello specifico di questo esperimento, i topolini hanno nei loro cervelli un numero maggiore di neuroni sensibili all’acetofenone e questi neuroni sono collegati ai neuroni sensibili al dolore. La meditazione di consapevolezza decondizionaCon la meditazione di consapevolezza è possibile decondizionare risposte apprese. Nel post Meditare fa Bene alla Salute scrivevo del disaccoppiamento tra i circuiti del dolore e i circuiti cognitivi in chi pratica Zazen e di come la meditazione abbia il potere di influenzare l’espressione genica per azione sui telomeri e l’enzima telomerasi. Molti maestri buddisti affermano che attraverso la meditazione è possibile risolvere problemi ereditati dagli antenati, come ad esempio l’irascibilità. Thich Nhat Hanh lo scrive in modo semplice e chiaro nel suo libro Fare pace con se stessi.
Certo questo potrebbe voler dire meditare in modo regolare per parecchi anni, ma forse ne vale la pena. Cosa dici? Coraggio! Con disciplina, gentilezza e metodo è possibile! La mente e il corpo sono intimamente legati e si influenzano a vicenda. Avere una mente chiara e lucida è quindi molto importante e fin dall’antichità i saggi (vedi Seneca) hanno sviluppato tecniche utili a conoscerci nel profondo. Una di queste è la meditazione Vipassana di origine buddista, oggi diffusa anche con il nome di Mindfulness. Le neuroscienze negli ultimi decenni hanno inoltre dimostrato che il nostro cervello e il nostro corpo agiscono secondo memorie apprese. In pratica il nostro agire è sempre basato su condizionamenti passati. La coscienza, con cui ci identifichiamo, ha solo un ruolo a posteriori nel dare un senso a tutte le informazioni che abitano la nostra mente. È bene dunque sviluppare una migliore comprensione di tutto ciò che gira appunto, attimo dopo attimo, nella nostra mente e nel nostro corpo. Attraverso la meditazione di Consapevolezza, o Vipassana, ci si allena ad essere presenti a tutto ciò che accade dentro di noi, nell’attimo in cui accade. E questo dona con il tempo pace, saggezza e libertà dai condizionamenti. L’esperienza quotidiana ci dimostra in effetti che il nostro stato mentale ha un impatto sul nostro benessere. Avrai notato che quando la tua mente è calma, il tuo comportamento è più positivo. Quando invece la tua mente è agitata non riesci a mantenere la serenità, anche se ti trovi in un ambiente familiare con i tuoi amici. Lo stato mentale determina dunque le nostre esperienze di piacere e di felicità e quindi anche la nostra buona salute. Conoscere i nostri processi interiori è fondamentale per poter affrontare l’inevitabile stress della vita, comprendere meglio le nostre reazioni automatiche e vivere più in armonia con gli altri. Durante la meditazione si sviluppa piano piano proprio una maggiore consapevolezza delle emozioni e dei pensieri, attraverso l'attenzione non giudicante al respiro e alle sensazioni nel corpo. Osservare da vicino la propria mente, andando dentro di sé in prima persona, permette di essere più in pace con se stessi e con gli altri. Invece di identificarmi con i miei contenuti mentali, guardo i pensieri scorrere dentro di meIo mi dedico a questa attività ormai da parecchi anni, soprattutto per indole personale. Correva l’anno 1988 quando, durante una lezione di letteratura inglese, scoprii lo Stream of Consciousness o flusso di coscienza del monologo interiore. L’eccitazione era tale che corsi subito in biblioteca a prenotare l’Ulisse di James Joyce. Prima d’allora non avevo mai abbandonato la lettura di un libro: riconsegnai l’opera avendone letta meno di un quarto. D'altronde seguire il flusso della coscienza di qualcuno è alla fine inutile, ma quell’esperienza mi aprì all’osservazione della mia mente. Invece che essere identificata con i miei contenuti mentali, iniziai cioè a guardare i pensieri scorrere dentro di me. Fu poi all'inizio degli anni '90 che mi sedetti per la prima volta a meditare con un gruppo di gente vestita di bianco, ne provai terrore. Iscritta al corso di Laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, avevo da poco scoperto l'equazione di Schrödinger e cioè che il comportamento di un elettrone in un atomo può essere descritto solo in termini di probabilità. Addio determinismo e certezze: anche quella scoperta faceva un po' paura. Ecco, questi sono i mie appunti del 1991 :-) Mi tuffai allora nello yoga che meglio prometteva di sciogliere tutte le mie tensioni psico-fisiche e riprovai a meditare qualche anno dopo durante un corso di teatro. Forse per gli intensi esercizi di rilassamento e di bioenergetica a cui ci sottoponevamo, mi capitarono esperienze singolari di stati di coscienza inusuali. Il mio approccio scientifico (cioè sperimentale e non dogmatico) alla realtà, mi portò allora a sperimentare vari metodi e insegnanti per cercare di afferrare cosa accadeva dentro di me. Ne risultò un crescente sviluppo della consapevolezza di me stessa a tutti i livelli: fisico, emotivo e mentale. E "magicamente" iniziai ad osservare anche un diverso "fluire" nella vita di tutti i giorni. Caparbia, volli cercare le basi biologiche di quegli stati di pace e profonda consapevolezza e conseguii un dottorato di ricerca in Neurobiologia. Oggi, grazie alla mia formazione accademica, sono felice di poter leggere le riviste specialistiche con le scoperte più recenti delle neuroscienze in materia di meditazione, coscienza e rapporto corpo-mente. La mia pratica meditativa quotidiana si fonda sull’Anapanasati, il discorso del Buddha sulla consapevolezza del respiro, che indica nella coltivazione dell’attenzione la via diretta per superare la sofferenza e accedere all'incondizionato. Coltivare la pace interiore è l’atto d’amore più grandeOggi so che coltivare la pace interiore è l’atto d’amore più grande che ognuno di noi possa fare. Essere in pace con se stessi permette infatti di creare un ambiente più in pace tutt’attorno. Prendersi cura del proprio corpo e della propria mente è dunque un atto di profondo altruismo e di amore per la vita! La pace nasce dentro di noi: prendiamoci cura di noi stessi! Se non hai mai meditato e non sai da dove cominciare, inizia con la mia serie di 10 meditazioni di 13 minuti l'una che trovi su Insight Timer:
Che la meditazione aiuti a gestire meglio lo stress e l’esaurimento dovuti al lavoro è argomento di tantissimi articoli scientifici. I primi studi apparvero una ventina d’anni fa negli Stati Uniti ed oggi quasi ogni mese qualche gruppo di ricerca in giro per il mondo conferma o approfondisce quei risultati preliminari. Ad esempio a gennaio 2018 un gruppo di olandesi ha pubblicato un’analisi sistematica in cui si fa il punto sulla salute mentale dei lavoratori che hanno sviluppato un’attitudine consapevole attraverso la mindfulness. Ne è emerso che chi medita mostra meno: esaurimento emotivo (un aspetto della sindrome da burnout) sofferenza psicologica depressione ansia e stress da lavoro. Mentre gli effetti positivi sono un miglioramento di: consapevolezza soddisfazione personale autocompassione rispetto al lavoro qualità del sonno e rilassamento. Ma a cosa sono dovuti questi effetti? La meditazione di consapevolezza (o mindfulness) è quel modo di essere che ci fa stare con ciò che c'è adesso dentro di noi, così com'è, senza desiderare di cambiare, di essere diversi da come siamo. Questo atteggiamento non giudicante, ma accogliente della nostra esperienza nel momento in cui accade, ci aiuta a relazionarci in modo più sereno alla quotidianità, compreso dunque il nostro rapporto con il lavoro. Ne consegue che la meditazione, portando chiarezza dentro di noi, non è solo utile per mantenere un certo benessere psico-fisico, ma è fondamentale anche per orientarci verso scelte più efficaci. Quando siamo di fronte a qualche cambiamento di vita, sia perché obbligati dalle circostanze sia per deliberata scelta personale, è normale sentirci un po' disorientati. La mia esperienza e quella di Fabio Scafoletti, da tempo appassionato al tema della formazione continua, è che la meditazione ci aiuta a mettere bene a fuoco anche quell’area importante della nostra vita che è il lavoro. È per questo motivo che, dopo esserci confrontati a lungo sul tema, abbiamo creato Fai Ciò Che Sei, i laboratori per re-inventarsi il lavoro dallo spazio del cuore. All’interno di questi laboratori la meditazione (o mindfulness) è il pre-requisito attitudinale con il quale svolgere poi i test e gli esercizi di analisi e conoscenza di se stessi e della propria professione. Lo scopo dei laboratori è di far sviluppare ad ognuno il proprio modello di lavoro nell'arco di otto settimane, inquadrando le varie problematiche sia da soli che attraverso la collaborazione con il gruppo. Un altro elemento fondamentale dei laboratori Fai Ciò Che Sei è infatti il rapporto con il gruppo, perché con il sostegno e i suggerimenti degli altri ognuno riesce a sviluppare meglio le proprie idee. Da soli finiamo spesso in un vicolo cieco in cui è difficile vedere e potenziare le proprie qualità, mentre il confronto con gli altri ci obbliga a spostarci dalle nostre errate convinzioni. Tutti gli incontri dei laboratori iniziano con una meditazione collettiva per favorire la capacità di rimanere aderenti all’adesso, invece di inseguire i pensieri nel passato e nel futuro. La stabilità e la chiarezza mentali sono necessarie per avere una relazione autentica con la nostra attuale situazione lavorativa e poter poi svolgere tutti gli esercizi e i test utili a indirizzarci verso scelte economiche e professionali ben ponderate. Se ad esempio siamo insoddisfatti da lungo tempo del nostro lavoro, possiamo scoprire che basta un piccolo cambio di prospettiva e tutto si aggiusta, oppure che è giunto il momento di una vera e propria svolta. Tutti sperimentiamo ogni tanto qualche insoddisfazione e il confronto proficuo con un gruppo motivato può davvero aprirci nuovi orizzonti. È bene infine ricordare che i nostri pensieri e le nostre azioni determinano chi siamo. Nel momento in cui vogliamo rivedere meglio le nostre scelte lavorative, è dunque opportuno orientare la mente lontano dalle facili illusioni. Possiamo solo fare ciò che realmente siamo (non ciò che vorremmo essere). Soffro di emicrania da quando avevo 7 anni ed oggi ho in media un’attacco al mese. Quando sento che tutto il mio corpo inizia a vibrare, a livello sottile, in modo anomalo, so che potrei ritrovarmi entro breve con un bel mal di testa. La meditazione mi ha aiutata a non assecondare i pensieri e le emozioni terribili che emergono durante un attacco, ma se le circostanze non mi permettono di appartarmi in un luogo silenzioso e sdraiarmi, è molto probabile che alla fine avrò una forte nausea, intolleranza a luce e rumori e la testa che pulsa così tanto da non saper più cosa fare per alleviarne il dolore. In passato ho odiato la mia emicrania, l’ho detestata e contrastata per lungo tempo, fino a che, grazie alla meditazione, ho compreso che l’unica soluzione era imparare ad amarla (vedi Meditazione dell'Amore Universale o Gentilezza Amorevole). È stato un processo lungo e graduale: osservare, sentire, accogliere, accettare e lasciar andare. Esperienze da vivere più e più volte nel profondo, fino a che diventa un modo di essere. Prima di comprendere questa verità mi ero fermata alle parole: osservare, accogliere, mollare…sono solo parole, se non le vivi dentro in ogni cellula del tuo corpo. Avevo letto ad esempio di Goenka, un rinomato insegnante di Vipassana, che si era avvicinato alla meditazione perché stanco di dover ricorrere alla morfina per l’insopportabile dolore emicranico (erano gli anni ’50). La mia aspettativa era quindi che meditando non avrei più avuto alcun attacco. D’altronde anche Goenka era stato ammonito dal suo maestro Sayagyi U Ba Khin: “Se pensi di curare il corpo non guarirai mai, se pensi di curare la mente e liberarla, allora come effetto secondario, potrà accadere di liberare il corpo dalla sofferenza.” Conoscere la mente può liberare il corpo dalla sofferenzaMeditando ho imparato a vedere l’emicrania come una caratteristica di funzionamento del mio software. Quando sto bene io sono una persona molto efficiente ed acuta, fino a che non arriva lei, la mia amica emicrania, che mi costringe a rallentare o addirittura a fermarmi. D’altra parte o ti imbottisci di farmaci oppure ti devi fermare. Quando ti fermi però possono accadere cose sublimi. Ti puoi accorgere ad esempio del colore delle foglie, dei diversi canti degli uccelli, dell’odore dell’aria, delle sensazioni nel tuo corpo e di mille altri piccoli bei dettagli disseminati tutt’attorno a te e che priva ignoravi, perché avviluppato nelle idee geniali e meravigliose di cui ti beavi. In effetti l’abuso di farmaci è purtroppo molto comune nei pazienti emicranici e spesso conduce all’emicrania cronica, una condizione debilitante dovuta a complessi fattori biologici, psicologici e sociali. A maggio 2017 è stato pubblicato uno studio, guidato dalla dottoressa Licia Grazzi del Centro Cefalee dell’Istituto Besta di Milano, in cui si dimostra che la meditazione mindfulness e la profilassi farmacologica hanno entrambe un effetto positivo sugli indicatori dell’infiammazione e sugli indici clinici nell’emicrania cronica con abuso di farmaci. |
"Sono per metà un monaco buddista e per metà uno scienziato. Vedete, non ho mai cercato di convertire uno scienziato al buddismo, ma gli scienziati convertono me alla scienza!" "La psicologia occidentale se paragonata alla psicologia dell’antica India si trova ad un livello infantile, perché la seconda ha più di duemila anni!" DALAI LAMA, Pisa, 20 settembre 2017 |
Sono passati diversi decenni da quando uno dei padri della fisica quantistica, Wolfgang Pauli, scrisse una lettera in cui si augurava che la scienza e la religione si incontrassero per definire la realtà. È stato per me quindi molto interessante seguire oggi, per la prima volta in Italia, un simposio sulla scienza della mente in cui, tra gli studiosi di fama internazionale che indagano l'interazione tra la mente e la realtà, si trovava non solo un famoso monaco buddista, Matthieu Ricard, ma persino Sua Santità il Dalai Lama! La conferenza, svoltasi il 20 e il 21 settembre 2017 presso l’Università di Pisa, era divisa in 3 sessioni:
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Essere compassionevoli non ci rende dunque deboli o inefficaci, anzi è l’opposto! Essere più consapevoli dell’amore che c’è dentro di noi ci rende più capaci di rispondere in modo responsabile alle situazioni. L’antidoto più potente per non andare incontro ad esaurimento è avere un genuino buon cuore. |
Quando non siete sicuri di cosa fare, tornate al vostro respiro: inspirate ed espirate pienamente consapevoli, prendete rifugio nella presenza mentale. La cosa migliore da fare nei momenti di difficoltà è tornare a se stessi e dimorare nella consapevolezza Thich Nhat Hanh |
Da casi come quello di Jean-Dominique Bauby, l’autore di Lo Scafandro e la Farfalla, che grazie alla padronanza del movimento della palpebra sinistra è riuscito a far scrivere un libro, scopriamo infatti che la mente dei locked-in è lucida.
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La cosa più sorprendente è che ho letto di Jung e Pauli mentre studiavo i ritmi oscillatori dei neuroni leggendo Rhythms of the Brain di Buzsaki! Ok, un po’ di ordine. Cosa sono le oscillazioni dei neuroni? E che cosa c’entrano poi con le coincidenze significative? Oscillare significa avere un andamento periodico, ciclico, un ritmo in qualche modo regolare che nel caso delle onde elettriche cerebrali si distingue in base alla frequenza, cioè in base al numero di cicli al secondo, misurati in Hertz (Hz). A bassa frequenza sono: le onde delta (meno di 4 cicli al secondo, tipiche del sonno profondo), le teta (4-8 Hz) e le alfa (9-13 Hz). Ad alta frequenza: le beta (14-20 Hz) e le gamma (20-100 Hz) tipiche dell’attività. |